La pittura veneziana a Milano con Giambattista Tiepolo ( da viveremilano.info)

A Milano presso le Gallerie d’Italia di Piazza Scala è stata inaugurata la mostra “Tiepolo. Venezia, Milano, L’Europa”, a cura di F. Mazzocca e A. Morandotti, nella ricorrenza dei duecentocinquanta anni dalla morte dell’artista nato a Venezia nel 1696 e spentosi a Madrid nel 1770. Giambattista Tiepolo da giovane ammira e fa propri gli sfarzi e le architetture delle tele del Veronese e perviene ad una pittura celebrativa, ricca di colore e di soluzioni originali, definita dagli storici tardo barocca. Al sopraggiungere però del clima artistico neoclassico, egli viene di fatto dimenticato. In pieno Romanticismo, come ha affermato il prof. G. Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo, nella presentazione dell’evento, è F. Hayez a riscoprire la versatilità della pittura del Tiepolo e in tempi più recenti, ad esempio nella mostra del 2019 presso la Staatsgalerie di Stoccarda, gli è stato riconosciuto un forte contributo alla diffusione in Europa della tradizione decorativa veneziana.

G. Tiepolo, Apollo conduce al Genio germanico la sposa Beatrice di Burgundia, 1751, olio su tela, Staatsgalerie Stuttgart. © 2020 Foto Scala Firenze

All’inizio del Settecento Venezia si trova in un declino economico che la renderà terra di conquista da parte dei francesi sul finire del secolo. La Serenissima non è più in grado di fare mecenatismo ed ora sono gli ordini religiosi e le famiglie nobili i maggiori committenti per gli artisti locali. Il Tiepolo si forma in questo contesto. In mostra oltre a studi di figure in movimento di alcuni partecipanti dell’Accademia del Nudo, sono esposti i suoi primi lavori con soggetti mitologici o religiosi, come “Il martirio di San Bartolomeo”, 1722, realizzato per la Chiesa di San Stae. Ma l’impegno maggiore del Tiepolo è per gli affreschi nei soffitti di palazzi, dei Sandi o degli Zenobio, o di chiese dove il suo stile compositivo si esprime con poche figure luminose al centro che definiscono il tema e tante altre, anche di divinità, che affollano i lati del dipinto. È quanto ad esempio si può ammirare a Palazzo Clerici di Milano nell’affresco “La corsa del carro del Sole” realizzato nel 1740.

G. Tiepolo, Naufragio di San Satiro, 1737, affresco riportato su tela, Basilica di sant’Ambrogio, Milano. ©Ph. Luigi Parma

Estremamente creativo, Tiepolo già nel 1731, poco più che trentenne, era a Milano per decorare in Palazzo Archinti i soffitti di cinque stanze, affreschi andati distrutti nei bombardamenti del 1943. Quindi era tornato nel 1737 per lavorare nella Basilica di Sant’Ambrogio, chiamato dal Cardinale Erba Odescalchi, e nella sala d’armi del Palazzo Gallarati Scotti dove insieme a Carlo Innocenzo Carloni aveva realizzato scene di guerra. La rassegna giustamente pone in rilievo l’attività del Tiepolo nel capoluogo lombardo, considerato la sua seconda patria, e consente al pubblico di ammirare alcune opere milanesi restaurate per l’occasione.

Anche a quei tempi c’erano personaggi che si potevano definire uomini di gusto, in grado infatti di orientare i gusti del pubblico, quelli che ora noi chiameremmo influencer. Tra questi Francesco Algarotti, filosofo e letterato, che si accosta al Tiepolo e lo aiuta a fare un salto di notorietà a livello internazionale. Così negli anni 1751-1753 l’artista è in Germania a Würzburg nella residenza del principe vescovo von Greiffenclau, dove sviluppa nel soffitto della Kaisersaal vicende della vita del Barbarossa, dall’investitura al suo matrimonio. In mostra i dipinti ad olio su tela: “Apollo conduce al Genio germanico la sposa Beatrice di Burgundia”, 1751, della Staatsgalerie di Stoccarda e “Banchetto di Antonio e Cleopatra”, 1746 della National Gallery, sempre inerente al tema del matrimonio.
Raggiunge quindi Madrid, nel 1762, chiamato da Carlo III Borbone, per decorare a Palazzo Reale il soffitto della Sala del Trono. Qui, aiutato dai figli Giandomenico e Lorenzo, esegue l’affresco “Gloria della Spagna tra Minerva e Apollo e negli anni successivi alcune pale d’altare, tra le quali “San Francesco d’Assisi riceve le stimmate”, olio su tela, 1967-’69, ora al Prado. A Madrid la sua morte improvvisa.

G. Tiepolo, San Francesco d’Assisi riceve le stimmate, 1767-1769, olio su tela, Madrid. ©Museo Nacional del Prado

Con questa rassegna, in programma fino al 21 marzo 2021 e al momento chiusa al pubblico per le norme sul Covid, i curatori hanno inteso anche porre a confronto la pittura del Tiepolo con quella di altri artisti a lui coevi e con opere significative. Se il Piazzetta si caratterizza per la sua concretezza plastica, Sebastiano Ricci e Antonio Pellegrini introducono scene dinamiche e colori luminosi che affascinano il Tiepolo. Da ultimo il confronto tra Giambattista e Giandomenico, tra padre e figlio. Di quest’ultimo viene esposto il lavoro “Abramo e i tre Angeli”, 1773, della Galleria dell’Accademia, una tela più classicheggiante, semplice nella composizione e ricca di introspezione. Sarà Giandomenico nella sua vasta produzione a realizzare l’affresco “Mondo Novo”, ora a Ca’ Rezzonico. Non più apparati celebrativi, non più spazi illusori, solo la descrizione con sarcasmo della gente che lo circonda.