Chagall a Milano

La mostra “Chagall – Sogno di una notte d’estate” è stata inaugurata presso il Museo della Permanente di via Turati ed è in programma fino al 28 gennaio prossimo.

L’evento ruota, in senso reale e non solo figurato, sulla multimedialità, immergendo lo spettatore in un turbinio di immagini proiettate a tutto tondo, di luci e di dolci spartiti musicali che interpretano e vivificano ancor più la pittura di Marc Chagall.
Una pittura visionaria e ricca di umanità che si stempera in morbide sfumature di colori e di figure in movimento e che in diversi momenti appare quasi spirituale.
La mostra riprende con dodici macro sequenze la vita e il percorso creativo dell’artista russo partendo dalla natale Vitebsk, abitata per lo più da ebrei, per giungere con i temi della famiglia e dell’amore alle sue esperienze descrittive di paesaggi, di fiabe, della vita del circo e di alcuni passi della Bibbia.
Un team collaudato di esperti in mostre multisensoriali ha lavorato su opere provenienti dal Musée National Marc Chagall di Nizza, come “La danza”, 1950 e “La lotta di Giacobbe e l’angelo”, 1960-’66, dal Musée d’Art et d’Histoire du Judaïsme di Parigi e dal Museo Statale di San Pietroburgo.
Le grandi sale della Triennale con le installazioni di specchi, una loggetta per osservare più in alto le proiezioni e la possibilità di sedersi rendono molto fruibile l’evento.
Numerosi laboratori didattici per i bimbi delle scuole materne ed elementari sono previsti dai partnership della mostra (per info: 02 8929711).

 

Concerto “Cantiamo con gioia”

Il Coro Jubilate Città Studi è lieto di esibirsi nella bella Chiesa di Sant’Antonio Abate, ricca di arte e di tradizioni storiche e saluta il gentile pubblico.

Nella nostra contemporaneità, così afflitta da problemi anche di portata mondiale, si rischia di perdere ogni traccia di speranza ed ognuno di noi si sente sempre più fragile ed esposto ad ogni sorta di evento.

Tuttavia nel nostro Coro permane la certezza che la Musica, che tutti accomuna, e le parole dei canti che andiamo a presentare abbiano in nuce una grande positività.

Per questo: “Cantiamo con gioia” tutto quello che ci parla di liberazione e di pace per ogni individuo e per il mondo intero.

Il Concerto si apre in un gioioso “Jubilate Deo”, che rappresenta il vessillo del Coro Jubilate Città Studi. Storie di schiavitù morale e fisica, aneliti alla libertà e esultanza per la liberazione sono raccontate nei tre seguenti canti: “Amazing grace”, “Go down Moses”, e “Oh, freedom”. Il primo, scritto verso la metà del Settecento dal poeta anglicano John Newton rispecchia la sua vita travagliata e poi redenta quando l’autore finalmente “vede” ed esulta per la splendida grazia ricevuta; il secondo e il terzo brano sono spirituals che con una forza dirompente di musica e parole ci impongono il rispetto della libertà, sempre e ovunque. Anche Maria esplode in un canto di giubilo di fronte a quanto di straordinario le sta capitando dopo l’Annuncio della sua maternità: “Et Exultavit spiritus meus” dal Magnificat di J. S. Bach, cantato dal Soprano Evgenya Kimiagar. Questa citazione evangelica ci porta alla figura centrale della cristianità, Gesù, e, quasi parafrasando la richiesta degli Apostoli nell’incontro di Emmaus “ Resta con noi, Signore”, sono stati scelti i seguenti due brani nell’intento di addolcire, se non eludere, l’umana solitudine esistenziale: “Jesus bleibet meine Freude” di J. S. Bach e “Jesu Rex admirabilis” di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Il luogo sacro dove ci troviamo racchiude una bella cappella di fine Seicento dedicata alla Madonna. A lei, invocata come Madre di tutta la terra e Regina di Pace va l’omaggio sia del Coro con “Ave Maria” del compositore ed organista francese dell’Ottocento Camille Saint-Saëns sia del soprano Evgenya Kimiagar che interpreta “Ave Maria” di Charles Gounod sulle note di un preludio di J. S. Bach.

Alla nostra Terra, alle sue meraviglie, ma anche alla necessità di salvarla e rispettarla, sono dedicati: “Dolce è sentire”, delicata rielaborazione del Cantico delle Creature, e “Questa Terra”, dal famoso brano “Look at the world” del compositore ed organista John Rutter con libera interpretazione nella rielaborazione del testo in italiano.

Infine, dopo aver toccato differenti autori, epoche e tradizioni, con “Shalom chaverim”, nella duplice versione in lingua ebraica ed inglese, ci salutiamo con un invito alla pace e un arrivederci.

Milano, 21 ottobre 2017