Concerto “Cantiamo con gioia”

Il Coro Jubilate Città Studi è lieto di esibirsi nella bella Chiesa di Sant’Antonio Abate, ricca di arte e di tradizioni storiche e saluta il gentile pubblico.

Nella nostra contemporaneità, così afflitta da problemi anche di portata mondiale, si rischia di perdere ogni traccia di speranza ed ognuno di noi si sente sempre più fragile ed esposto ad ogni sorta di evento.

Tuttavia nel nostro Coro permane la certezza che la Musica, che tutti accomuna, e le parole dei canti che andiamo a presentare abbiano in nuce una grande positività.

Per questo: “Cantiamo con gioia” tutto quello che ci parla di liberazione e di pace per ogni individuo e per il mondo intero.

Il Concerto si apre in un gioioso “Jubilate Deo”, che rappresenta il vessillo del Coro Jubilate Città Studi. Storie di schiavitù morale e fisica, aneliti alla libertà e esultanza per la liberazione sono raccontate nei tre seguenti canti: “Amazing grace”, “Go down Moses”, e “Oh, freedom”. Il primo, scritto verso la metà del Settecento dal poeta anglicano John Newton rispecchia la sua vita travagliata e poi redenta quando l’autore finalmente “vede” ed esulta per la splendida grazia ricevuta; il secondo e il terzo brano sono spirituals che con una forza dirompente di musica e parole ci impongono il rispetto della libertà, sempre e ovunque. Anche Maria esplode in un canto di giubilo di fronte a quanto di straordinario le sta capitando dopo l’Annuncio della sua maternità: “Et Exultavit spiritus meus” dal Magnificat di J. S. Bach, cantato dal Soprano Evgenya Kimiagar. Questa citazione evangelica ci porta alla figura centrale della cristianità, Gesù, e, quasi parafrasando la richiesta degli Apostoli nell’incontro di Emmaus “ Resta con noi, Signore”, sono stati scelti i seguenti due brani nell’intento di addolcire, se non eludere, l’umana solitudine esistenziale: “Jesus bleibet meine Freude” di J. S. Bach e “Jesu Rex admirabilis” di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Il luogo sacro dove ci troviamo racchiude una bella cappella di fine Seicento dedicata alla Madonna. A lei, invocata come Madre di tutta la terra e Regina di Pace va l’omaggio sia del Coro con “Ave Maria” del compositore ed organista francese dell’Ottocento Camille Saint-Saëns sia del soprano Evgenya Kimiagar che interpreta “Ave Maria” di Charles Gounod sulle note di un preludio di J. S. Bach.

Alla nostra Terra, alle sue meraviglie, ma anche alla necessità di salvarla e rispettarla, sono dedicati: “Dolce è sentire”, delicata rielaborazione del Cantico delle Creature, e “Questa Terra”, dal famoso brano “Look at the world” del compositore ed organista John Rutter con libera interpretazione nella rielaborazione del testo in italiano.

Infine, dopo aver toccato differenti autori, epoche e tradizioni, con “Shalom chaverim”, nella duplice versione in lingua ebraica ed inglese, ci salutiamo con un invito alla pace e un arrivederci.

Milano, 21 ottobre 2017

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