Gli artisti delle stagioni a Castell’Arquato

Un saluto a tutti i presenti all’inaugurazione della mostra “I colori e i profumi delle stagioni nell’Arte Contemporanea – primavera”, ai rappresentanti delle Istituzioni, a Stefano Sichel al pubblico ed agli artisti, last but not least, ultimi ma non per importanza, visto che sono loro con le loro opere i veri protagonisti della manifestazione.

E siamo arrivati a compimento di questo tour de force che è iniziato nell’estate 2016. Eccoci con la primavera e con le nuove opere raccolte nella Galleria del Transvisionismo. Un tripudio di colore, di freschezza e di fascino.

Per gli artisti ho scritto i commenti nonché una breve introduzione al catalogo che rimarrà come ricordo e punto fermo di questa esperienza vissuta da tutti noi.

Abbiamo ammirato l’impegno e la crescita di quattordici artisti,(….), ciascuno fedele alla propria identità creativa, tutti insieme raccolti in coacervo di esperienze e di vissuto.

Ed abbiamo apprezzato e, volutamente sintetizzo in un brevi parole:

il rinnovarsi nell’arte di Celestina Avanzini,

i dettagli approfonditi (scrutati) nelle foto di Camilla Biella,

le sfumature poetiche di colore di Alessandra Bisi,

il mistero e le seduzioni della pittura di Maria Gioia dell’Aglio,

la libertà espressiva di Roberto Fenocchi,

la luminosa matericità dei lavori di Cloe Ferrari,

l’esuberante e giovane pittura di Simone Francesco Fichera (una rock art?),

la provata esperienza di Daniela Gilardoni nell’arte vetraria.

Ed ancora:

le appassionate e forti stesure di colore di Vincenzo Gobbi,

il prezioso e raffinato richiamo agli archetipi di Ezio Pinciroli,

la naturalezza espressiva di Gabriella Pozzi,

le atmosfere di luce nei dipinti di Renata Rychlick,

la pittura superba e sicura della realtà di Savino Sardella,

l’armonia che sprigiona pur nella pluralità di icone nelle tele di Marco Valla.

Marco Valla, happy new year

Ora vorrei solo aggiungere solo una riflessione del tutto personale sul fare arte. Quando Sichel mi ha chiesto di scrivere una introduzione-commento al catalogo, di primo acchito ho iniziato scrivendo del ritmo o ritorno delle stagioni. A posteriori, rileggendo l’introduzione, mi sono accorta che queste due parole, giunte per caso, sono importanti perché ci raccontano quanto le stagioni ci coinvolgono nel loro passaggio e quanto noi siamo attori nel loro ripresentarsi o creatori di progettualità nella loro attesa.

Ancora una volta ho pensato (e questo mio pensiero lo trasmetto agli artisti presenti) come i colori o le parole o le forme o le note vivano nello spazio dell’etere (etere, ovvero aria non nei social), ed hanno bisogno di qualcuno che afferri tutto ciò e traduca con gli strumenti di cui dispone e con la capacità che gli è propria, quanto vogliono raccontarci, un sentimento, un ricordo, bello o infelice, la visione di un paesaggio, un tormento, una sofferenza, una ingiustizia sociale, in ultima analisi la vita che ci circonda. Ecco il compito dell’artista, ecco allora che prendono vita e si concretizzano le opere, come quelle che ora qui appaiono in mostra.

Castell’Arquato, 14 maggio 2017

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