L’arte ribelle in Corso Magenta

Alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Corso Magenta è stata inaugurata la mostra “Arte Ribelle, 1968-1978 Artisti e gruppi dal Sessantotto”. Con questo evento il curatore Marco Meneguzzo ha recuperato quegli artisti che hanno fatto proprie le istanze politiche e sociali del Sessantotto, dando all’arte un linguaggio nuovo rivolto al popolo e finalizzato ad una presa di coscienza dei conflitti sociali.
In quegli anni si diffonde nel nostro paese e principalmente nelle grandi città un clima di protesta di studenti ed operai contro le istituzioni. Un vento di libertà che giunge dal maggio francese e prima ancora dagli States, da chi era contrario alla Guerra in Vietnam.
Numerosi artisti, a Milano e a Roma, avvertono questo cambiamento epocale e si affidano all’utopia di una imminente rivoluzione sociale e politica.
Se si deve combattere i principi del mercato, il consumismo e il capitalismo anche in ambito artistico, ecco emergere dalla Scuola romana di Piazza del popolo una Pop art che si allontana da quella statunitense, improntata sulla pubblicità o su reatà patinate.

Franco Angeli, Mario Schifano, Mario Ceroli e Fabio Mauri filtrano attraverso l’ironia e la critica sociale la moda pop d’oltre oceano. A Torino nasce il primo nucleo dell’Arte povera che cerca un nuovo contatto immediato con le cose della natura, al di là di ogni finzione rappresentativa. Una svolta che crea le basi sia dell’arte comportamentale dove il corpo diventa strumento di performances sia dell’arte concettuale, evoluzione della poesia visiva e ben rappresentata dalle opere di Emilio Isgrò.
Nella rassegna numerose le testimonianze fotografiche ed installazioni, come “Grazia e Giustizia” che riprende l’arte-azione svolta a Palermo nel 1968 da Gianni Pettena, in occasione del Festival della Musica d’Avanguardia. Ed ancora, video e cinema d’artista, illustrazioni di propaganda, riviste, fumetti, il tutto segnato da rabbia e creatività. La mostra, in programma fino al 9 dicembre e corredata da un esauriente catalogo edito dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, appare fresca e forte nei contenuti, come allora.

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