Si è inaugurata l’VIII edizione di MIA Photo Fair a The Mall – Porta Nuova in cartellone dal 9 al 12 marzo. La numerosa presenza di espositori e di gallerie, 37 straniere, è significativa del successo che anno dopo anno matura questa fiera internazionale della fotografia d’arte.
Diversi i premi, il più importante è il premio-acquisto BNL Gruppo BNP Paribas assegnato tra gli artisti che prendono parte alla fiera esponendo con le gallerie di riferimento.
Altri premi sono istituiti dai partner e dagli sponsor di MIA Photo Fair, come il Premio Archivi Aperti che consiste in una sovvenzione per la conservazione e tutela dell’archivio risultato vincitore. Quest’anno è stato assegnato all’Archivio Carla Cerati, scrittrice e fotografa lombarda.
Nell’ambito della rassegna del MIA, numerose le sezioni e gli ambiti della fotografia, anche geografici, toccati.
Innanzi tutto vi sono progetti di varie gallerie dedicati all’approfondimento della storia della fotografia con gli scatti dei grandi, da William Eggleston a Man Ray, da Steve McCurry a Annie Leibovitz e tanti altri maestri.
Accanto agli stand di gallerie, numerose le personali di fotografi indipendenti, tra i quali il comitato scientifico di Proposta MIA quest’anno segnala tre autori: Graziella Vigo, molto nota all’estero, si riaffaccia sulla scena italiana con foto di personaggi famosi e scatti realizzati durante le rappresentazioni di opere di Verdi in Italia e all’estero; lo svizzero Beat Kuert, che passa da imponenti montagne innevate ad enormi fiori illuminati dal sole; l’artista-fisico Edilio Livi Alpini “Cohen” che con la serie di lavori “La certezza dell’incertezza” indaga sui rapporti a misure infinitesime all’interno della materia di cui si compongono le cose che noi riteniamo inanimate: così un sasso, una spugna.
Apprezzati i lavori di artisti di specifiche aree geografiche, come il Focus Ungheria con 4 gallerie di Budapest. Fra queste Vàrfok Gàleria con l’artista Peter Korniss, un grande della fotografia ungherese da sempre interessato a gesti e dettagli della vita contadina dell’Europa dell’Est, l’unico fotografo vivente che ha esposto alla Galleria Nazionale di Budapest.
Tra le innumerevoli proposte espositive abbiamo colto: gli scatti del cinese Liu Bolin presentati da Boxart di Verona, nei quali l’artista “sparisce” con un accurato body painting; le immagini in bianco e nero di Ulderico Tramacere nella serie Plastic Films, 2017; le opere di Marco Guenzi della Galleria Blanchaert create con un collage di altre foto per utilizzare anche in fotografia il recupero delle immagini.
Debutta come fotografa ripercorrendo i colori della sua città Carmela Cipriani, figlia del patron dell’Harrys Bar. Un angolo di Venezia è pure ripreso dal statunitense Charles Johnstone, mentre del tutto astratti appaiono i lavori di Lia Stein della Galleria
SPAZIOFARINI6: si tratta invece di pareti di marmo tagliate, che mutano all’osservatore con nuovi successivi tagli.
La rassegna è estremamente ricca di opere ed aspira ad un pubblico numeroso e preparato alla foto d’arte.