Pasqua al Museo Diocesano Martini (da Vivere Milano, marzo)

È certamente un percorso di riflessione ma anche di grande valore artistico quello proposto dal Museo Diocesano Martini con la mostra “Pasqua al Museo” poiché ci conduce a scoprire come nei secoli gli artisti abbiano interpretato il tema della passione di Cristo.
Dalle trecentesche tavole con tempera su fondo oro, di area toscana e umbro-marchigiana, al Cristo portacroce del Giampietrino, allievo di Leonardo; dalla Maddalena genuflessa e piangente accanto al Crocefisso, delicata opera del 1827 di Francesco Hayez, al corteo ondeggiante che sale adagio da Gerusalemme verso il Golgota, dipinto da Gaetano Previati in modo luminoso secondo la tecnica divisionista: l’itinerario è sorprendente e ben commentato anche con riferimenti a passi tratti dal Vangelo.

Gaetano Previati, Salita al Calvario, 1901-04

Tutto questo fa da coro alla grande tavola del Compianto su Cristo morto, realizzata nei primi decenni del Cinquecento e unanimemente attribuita al cremonese Altobello Melone. Nel dipinto, da poco restaurato ed esposto al pubblico fino al 5 maggio, appaiono oltre alla Vergine e alle Pie donne personaggi rilevanti nella vita di Gesù, come San Giovanni o Giuseppe d’Arimatea. I volti fortemente drammatici, la gestualità delle figure ed il paesaggio di stampo fortemente nordico, conferiscono al dipinto un grande senso evocativo di pietà sulla morte di Cristo.

Altobello Melone, Compianto su Cristo morto, ante 1540, Quadreria Arcivescovile

Completano la rassegna alcuni bozzetti in gesso di Lucio Fontana per opere destinate al Duomo di Milano e le sue formelle in ceramica bianca rappresentanti le stazioni della Via Crucis eseguite nel 1955, mentre Stefano Arienti, artista e studioso di botanica, dissemina il vasto complesso dei Chiostri di Sant’Eustorgio ed il Cimitero paleocristiano con opere mutuate dal mondo dei fiori e dalla loro rappresentazione.

 

 

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