Benvenuti amici! a Castell’Arquato…..

Un saluto a tutti i presenti nella Galleria del Transvisionismo di Stefano Sichel per l’inaugurazione della mostra “Witajcie przyjaciele”, Benvenuti amici!, e sopra tutto un saluto agli artisti, i veri protagonisti della manifestazione.

Parlo in particolare per il gruppo delle artiste polacche da una settimana qui a Castell’Arquato e dintorni, a visitare e a lavorare con colori e pennelli. Esse hanno omaggiato la cittadina riprendendo scorci, panorami, vigneti, il tutto in plein air, e ciascuna di loro con una personale tecnica, per cui questi lavori risultano originali, non ripetitivi e sopra tutto incorporano una immediatezza di osservazione.

Segue un piccolo commento per ogni artista che espone.

Helena Baborska, di Varsavia, mostra una pittura fatta di stesure di colore liquide quasi evanescenti: volutamente lasciata in alcuni punti irrisolta, diventa del tutto astratta nella rappresentazione di un angolo fiorito di papaveri.

Arleta Eiben, di Poznan, ha dipinto due luoghi simbolo di Castell’Arquato, la scalinata di Santo Stefano e la casa di Luigi Illica, con una pittura delicata e con rialzi improvvisi di colore. Il suo figurativo si allenta quando con veloci spatolate di colore rappresenta una vigna.

Anna Jakubowska, viene da una cittadina della Slesia ed è illustratrice di libri per bambini. Le sue rappresentazioni sono un po’ magiche, non solo quando sfiora il mondo dei giochi dell’infanzia, ma anche quando si accosta al paesaggio di Castell’Arquato.

Renata Lempicka, di Stettino, realizza una pittura pienamente in plein air, impalpabile, atmosferica, con colori rarefatti. Sembra quasi che nella sua arte siano presenti le nebbie del porto e del Mar Baltico, luoghi a lei familiari.

Renata Rychlik, di Cracovia: la sua attenta e precisa descrizione di luoghi elaborata da sempre su piccole tele, si scioglie ora in supporti più vasti dove la luce, del giorno o del tramonto, ci trasporta in uno spazio metafisico.

Lidia Zdzieszynska di Varsavia, presenta delle miniature realizzate su osso sintetico di elefante nelle quali celebra, con un disegno raffinato, personaggi della storia o dello spettacolo polacchi, come pure i familiari. In plein air con veloci pennellate ha svolto temi del paesaggio. Riuscito anche il gattino nero, posto in contrasto con uno sfondo luminoso.

Continuiamo il viaggio in culture a noi più lontane

Yors Ben Miled, tunisina, si allontana dal paesaggio e tocca credenze religiose di piccoli gruppi etnici. La sua pittura è talora calligrafica in quanto svolge poesie in lingua araba, talora figurativa ma stilizzata, con donne avvolte dai colori caldi delle sue terre natie.

Thia Path, nome d’arte, guarda alla pittura solare e ricca di movimento dei popoli latino americani. L’ispirazione è poi sorretta da notevoli capacità compositive di forme e colore, per cui ogni suo lavoro si trasforma in dirompente fonte di energia.

Stefano Sichel di Castell’Arquato, ha partecipato alla settimana di lavoro collettivo, ma in galleria espone solo un oggetto, una sedia rivestita di quei lampi di colore, i colori del Transvisionismo, mutuati dalla fiorente natura che ci circonda.

Marco Valla, piacentino, presenta opere fatte da una pluralità di icone o tessere nelle quali l’artista è solito raccontare la realtà circostante. Una realtà osservata in modo benevolo, con colori delicati, anche nelle tonalità più calde. Significativo il suo tentativo di ricomporre poi le tessere in un volto umano.

Rosa Albanese Vecchiatti, piacentina, svolge una pittura vibrante nelle forme veloci e nei colori e sembra portarsi dal figurativo all’informale, che ritengo sia la meta del suo lavoro e della sua personale cifra espressiva.

Castell’Arquato, 17 giugno 2018

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *